martedì 12 febbraio 2013

Il giorno dell'indipendenza del Tibet è solo una farsa


Zhu Ningzhu

Il giorno dell'"indipendenza" del Tibet è solo una farsa


Pechino, 11 febbraio (Xinhua) – Mentre i Tibetani in Cina si godono la festività di "Losar il Serpente d'acqua", o il capodanno tibetano, alcuni separatisti promuovono la commemorazione del cosidetto "centenario dell'indipendenza del Tibet".

La propaganda per le commerazioni pianificate per la giornata del 13 febbraio è apparsa sui siti di "Students for a Free Tibet" (un'organizzazione indipendentista con base a New York), "Il congresso della Gioventù tibetana" e su social network come Facebook.

Questa ostentazione al giorno d'oggi è solo una farsa e a posteriori, uno schiaffo in faccia, un' aggressione straniera alla storia della Cina moderna; compresa quella del Tibet.

Come prova "concreta" è stata citata la cosiddetta "Proclamazione d'indipendenza del Tibet" che, a loro avviso, è stata dichiarata dal 13° Dalai Lama nel 1913.

Difatti, il documento svelato da "Students for a Free Tibet" lo scorso maggio era una pura invenzione, un estratto dal documento originale, che riguardava un discorso interno sul buddismo, pubblicato sotto forma di lettera nel 1932.

La riproposizione della "proclamazione d'indipendenza" era soltanto l'imitazione del concetto errato proposto dall'olandese Michael Walt van Praag, nella sua pubblicazione del 1987: "Lo status del Tibet".

Nel suo libro, van Praag dice che il Tibet ottenne l'indipendenza nel 1913, segnata da una dichiarazione da parte del 13° Dalai Lama.

L'olandese attribuì questa informazione a Tsepon Wangchuk Deden Shakabpa, un ex aristocratico e funzionario del vecchio Tibet che pubblicò nel 1967, in inglese, il testo "Tibet, una storia politica".

Nel suo libro, Shakabpa, che era sostenitore dell'indipendenza tibetana, disse che il 13° Dalai Lama descriveva il Tibet come una "piccola, religiosa e indipendente nazione" in una dichiarazione sul buddismo nel 1913.

Ma i ricercatori di storia moderna e gli studiosi tibetani affermano che la parola esatta usata in quella dichiarazione era "regione" ("bodjongs" in tibetano) anzichè "nazione" o "paese", che può essere tradotta come "rgylkhab".

Fatti storici avvenuti nel corso dei secoli passati mostrano le prove contro il mito dell"'indipendenza del Tibet".

Il Tibet entrò sotto diretto controllo del governo centrale cinese durante la dinestia Yuan, nel corso del tredicesimo secolo. Nel 1288, il regime Yuan formalizzò un'agenzia a livello ministeriale per amministrare l'intera regione tibetana.
 
Durante la dinastia Qing, tutte le reincarnazioni del Dalai Lama necessitavano dell'approvazione di Pechino.

Dopo che fu fondata nel 1911, la Repubblica di Cina riaffermò l'autorità del governo centrale sul Tibet nella prima Costituzione della Repubblica.

Il Tibet elesse 20 delegati al congresso nazionale del 1913.

Nel 1931, 13° Dalai Lama e il 9° Panchen Lama mandarono entrambi rappresentanti alla conferenza della direzione nazionale della Repubblica della Cina.

Nel 1940, il governo nazionale istituì a Lhasa il ramo della Commissione Affari Mongoli e Tibetani.

Il mito dell'"indipendenza" del Tibet fu solo una fantasia che si è evoluta durante il tardo diciannovesimo secolo come prodotto dell'invasione imperialista; in particolare quella degli occupanti britannici.

Nel 1888 e nel 1904 truppe inglesi hanno invaso due volte il Tibet e subirono la resistenza del popolo tibetano.

Almeno quattro volte durante il governo del Kuomintang, i britannici offrirono forniture militari al governo locale tibetano per istigare rivolte.

I rapprensentanti di Gran Bretagna e Cina si incontrarono negli anni 1913-1914 per negoziare un trattato che marcasse le linee di confine tra l'India e i suoi vicini del nord.

Ma il governo cinese non ha mai riconosciuto la Convenzione di Simla, che tentava di garantire alla Cina il controllo secolare sul "Tibet interno", mentre riconosceva l'autonomia di quello "Esterno" sotto il governo del Dalai Lama.

Alle spalle dei delegati cinesi, gli inglesi crearono la famigerata "Linea McMahon" in un accordo sottobanco col rappresentante tibetano Xazha, che il governo cinese non accettò mai.

Secondo tale accordo, il Tibet cedeva 90,000 kilometri quadrati di territorio cinese alla Gran Bretagna in cambio di ulteriori pressioni britanniche sulla Cina per chiedere l'indipendenza tibetana.

La "Linea McMahon" non fu mai accettata dal governo cinese. Ma l'intervento stranierò continuò anche dopo la liberazione del Tibet nel 1951.

Guardando indietro nella storia, è facile vedere cosa ci sia dietro il mito dell'"indipendenza del Tibet" e chi si nasconde dietro questa fantasia.

E' pertanto ridicolo che le forze separatiste straniere mettano in scena tale farsa aspettandosi un applauso dal pubblico.

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti

Nessun commento: