Servitù della gleba: il vecchio
Tibet non era affatto lo Shangri-la2
aprile 2013, Luly Li
(news.qq.com)http://eng.tibet.cn/2010ls/xw/201304/t20130402_1874765.html
Nel vecchio Tibet sotto la schiavitù
feudale, i servi si salutavano l'un l'altro chiedendosi "chi è
il tuo padrone?"
Qualunque sia reale essenza della
servitù della gleba, non è assolutamente "un sistema nobile e
altruista basato sul buddismo" come il Dalai Lama la
definisce.
Un'ex schiava: il giovane signore mi
ha cavalcato come un cavallo
Yungdrung, un'attrice del Centro
Ricreativo per Anziani del comitato di quartiere GojeThang, fu una
serva della gleba in un maniero della contea di Lhatse. Parlando
della miserabile vita di quel tempo disse con rabbia:"una volta
ammassato il bestiame, dovevo portare il mio signore in giro, venendo
trattata come un cavallo".
I proprietari di schiavi: condurre
una vita sontuosa in tenute spettacolari
Nel vecchio Tibet,
i proprietari di schiavi erano principalmente composti da autorità
locali, aristocratici, monaci di alto rango; erano meno del
5% della popolazione tibetana ma possedevano tutti i terreni
agricoli, pascoli, foreste, montagne, fiumi e la maggior parte del
bestiame.
Si dice che il Dalai Lama non fosse
soltanto un leader religioso ma anche il più grande proprietario
terriero prima del 1959. La sua famiglia possedeva, 27 tenute, 30
pascoli e più di 6000 servi. In aggiunta, i tre più grandi
monasteri di Lhasa occupavano 321 maneggi, la terra per un totale di 147000
Zangke (un tipo di moneta tibetana), 26 pascoli e 40000
schiavi.
L'origine e lo sviluppo della
servitù feudaleDopo il
collasso della dinastia Yarlung (un regime politico stabilito dai
vecchi tibetani dal settimo al nono secolo dopo cristo), le forze
aristocratiche e i monaci di alto rango presero impeto giorno dopo
giorno. Considerati come la classe dominante, hanno goduto di alte
priorità in vari aspetti: dalla politica, all'economia, alla
cultura.
Con l'espansione sociale della
religione, alcuni monaci si insinuarono nelle classi superiori e si
allinearono ai signori locali, formando un nuovo strato sociale
emergente, una dittatura composta da monaci e aristocratici.
Dinastia Yuan: la servitù della
gleba teocratica entra formalmente in Tibet
Dopo che la
dinastia Yuan unì l'intera nazione a metà del tredicesimo secolo,
con il potere detenuto in gran parte dal clan di Sakya, il Tibet
terminò la transizione da schiavitù a feudalesimo, rafforzando
l'attaccamento personale dei servi della gleba ai propri padroni.
Allo stesso tempo, la struttura frammentata del Tibet terminò con la
creazione della società di servitù feudale sotto il diretto governo
della dinastia Yuan.
La maggior parte della terra e della
popolazione del vecchio Tibet fu messa in regime di feudalesimo.
Secondo le statistiche ufficiali, i manieri dei tre signori feudali
(governanti locali, aristocratici e monasteri) possedevano il 62%
della terra, i monaci detenevano il 37%, gli aristocratici il 25%.
Il governo sotto la servitù della
gleba
La servitù della gleba indebolì la
necessità di un governo complicato e alleviò gli oneri del Gaxag,
che doveva trovare i soldi per gli stipendi dei funzionari e sbarcare
i lunario per gli enormi monasteri.
Pertanto, il Gaxag era al pieno della
prosperità tra il 1913 e il 1951. Solo quattrocento o cinquecento
monaci e funzionari nobili governavano con la massima autorità un
milione di persone e un territorio grande come l'Europa Occidentale.
Come non si può negare che l'Europa
oggi possa tornare all'oscuro medioevo e che l'America stessa non
possa tornare a prima della Guerra Civile; allo stesso modo, il Tibet
oggi non può retrocedere al vecchio sistema sociale teocratico
basato sulla servitù della gleba.
La verità storica ci dimostra esplicitamente che il vecchio Tibet sotto la servitù della gleba non
era assolutamente lo Shangri-la.
Traduzione dall'inglese di Andrea
Parti
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