giovedì 21 novembre 2013

Opinioni

Capita che una giuria di uno stato faccia confusione sia sulla storia che sulle geografia. Capita poi che la nazione che ha dato i natali al colonialismo, all'inquisizione, al franchismo, emetta sentenze giuridiche contro autorità politiche di paesi che hanno lottato per liberare milioni di esseri umani dalla schiavitù e dalla teocrazia più bestiale. Tutto questo accade in Europa, nel 2013, ma probabilmente ci sbagliamo, in fondo anche la geografia è un'opinione....

lunedì 12 agosto 2013

Tibet: la battaglia mediatica delle autoimmolazioni

di Andrea Parti
dalla testata online Il Becco, http://www.ilbecco.it/internazionale-2/item/631-tibet-la-battaglia-mediatica-delle-autoimmolazioni.html

La questione delle autoimmolazioni si inserisce nel quadro di battaglia comunicativa tra il "governo tibetano in esilio" a Dharamsala e le autorità cinesi. E' un proseguimento, con altri mezzi, della ribellione della ristretta élite aristocratica e religiosa tibetana iniziata nella seconda parte degli anni cinquanta con il supporto diretto della CIA1.

Alcuni cenni storici
La regione tibetana non raggiunse un'unità politica fino al VII secolo dopo Cristo quando, il re Songstan Gampo, unificò varie parti dell'area per attaccare la Cina dei Tang; tale conflitto si concluse con un'alleanza con i cinesi. Nel IX secolo, la dinastia si sfaldò e, come il resto della Cina fu conquistata nel XIII secolo dai Mongoli, che nominarono come dignitario locale, il primo Dalai Lama della storia2. Col declino dell'influenza mongola, il Tibet fu riconquistato nel 1721 dalla dinastia Manciù e fu trasformato nel 1751 in provincia autonoma.
Nel 1904 e nel 1912, nel quadro delle guerre coloniali contro la Cina, la Gran Bretagna invase il Tibet grazie al pretesto di controversie confinarie. Gli invasori stabilirono un rapporto con la classe monastica, cercando di attribuire uno status internazionale alle autorità tibetane facendole partecipare alla conferenza di Simla del 1913 dove, nonostante le fortissime proteste delle autorità cinesi, acquisirono unilateralmente i territori ancora oggi contestati con l'India3Nessun governo cinese accettò mai l'esito di quella conferenza, il paese conservò la sua integrità territoriale che più tardi fu confermata dalle Nazioni Unite4. Nel 1950, con la fine della guerra civile e la proclamazione nel 1949 della Repubblica Popolare Cinese, le truppe di Mao Tse Tung completarono in Tibet il controllo sul territorio nazionale. Nel 1951 l'area divenne regione autonoma; per tentare di coinvolgere il Dalai Lama nelle riforme della società tibetana, ancora impostata a livello feudale, tra il 1951 e il 1959, non furono scalfiti gran parte dei privilegi di monaci e aristocratici, che continuarono a mantenere proprietà e potere giudiziario sui contadini e servi a loro legati per diritto ereditario; in base a queste decisioni il governo centrale aveva il controllo militare della regione ed un ruolo di coinvolgimento diretto nella promozione interna di nuove riforme sociali5. Ciò non fu sufficiente a creare i presupposti per una liberazione della società dai nobili feudali, che vedendo minacciati i loro privilegi di casta dominante, grazie all'appoggio della CIA6, organizzarono la reazione al governo comunista. Nel 1956 bande armate tibetane tesero un’imboscata ad un convoglio dell’Esercito di Liberazione del Popolo cinese, iniziando una sollevazione contro il governo centrale. Nel 1958 cominciò l'addestramento di oltre 300 tibetani nelle basi di Camp Dale e Guam. Molti di questi commando erano capi di clan aristocratici. Secondo una relazione degli stessi servizi segreti americani, il 90% di questa truppa non era conosciuto da nessuno all’interno del paesee il vero e proprio tentativo insurrezionale del 1959 fu sconfitto. Considerata la natura morfologica del territorio, l'esigua guarnigione dell’Esercito di Liberazione del Popolo operante in Tibet non sarebbe mai stata in grado di catturare la guerriglia dei fedeli al Dalai Lama, come poi fece, senza un appoggio diretto da parte della stessa popolazione tibetana. Ciò dimostra che su un piano effettivo la reazione al governo comunista abbia avuto una base molto ristretta all’interno della regione8. Dal 1960 le spese dell’intelligence americana ammontavano a 1,7 milioni di dollari annui, di cui 500000 destinati al mantenimento di 2100 ribelli nelle basi nepalesi e 180000 destinati alle “necessità personali” del Dalai Lama9, "rifugiato" in India10. In cambio di questo appoggio, gli americani aiutarono il paese confinante a sviluppare l'arma atomica11.  Dopo il 1959, le autorità cinesi eliminarono il sistema di schiavitù, di servitù della gleba e l’utilizzo di mano d’opera non salariata. Fu eliminato il sistema delle tasse, creato un nuovo piano di lavoro, furono ridotte in larga parte la disoccupazione e la miseria. Furono edificati i soli ospedali esistenti nel paese e fu avviato un sistema educativo, che rompesse il monopolio dei monasteri in ambito medico e formativo. Furono costruiti sistemi di irrigazione per l’acqua e fu portata l’energia elettrica a Lhasa. Fu inoltre abolito il sistema delle flagellazioni pubbliche, le mutilazioni e le amputazioni compiute come forme di punizione dalle autorità religiose. Dal 1961 furono redistribuite ai contadini le terre dei signorii greggi furono affidate alle comuni dei pastori. Una parte della popolazione rimase comunque religiosa e lasciata in libertà di fare elemosine al clero, tuttavia la gente non fu più costretta a rendere omaggio o a fare regali sotto coercizione ai monasteri e ai signori. I molti monaci costretti negli ordini religiosi fin da bambini furono lasciati liberi di scegliere se rinunciare o meno alla vita monastica. Il clero restante continuò a vivere contando su minimi stipendi governativi ed un reddito supplementare guadagnato officiando ai servizi di nozze ed ai funerali12. Si tenga comunque conto che nel consolidare l’autorità sul Tibet, le stesse autorità cinesi ammettono degli errori, specie nel periodo della rivoluzione culturale (1966-1976), fase in cui le persecuzioni religiose raggiunsero un alto picco in tutto il paese13. Verso la fine degli anni ’70 la Cina aveva ottenuto la piena pacificazione della situazione, provando inoltre a correggere alcuni errori commessi durante i due decenni precedenti14.
Sconfitta sul campo di battaglia e parzialmente screditata dal miglioramento dei rapporti tra Pechino e Washington, l’attività sovversiva fu ridimensionata. Da questo momento in poi inizia la costruzione di uno stereotipo comunicativo basato sulla menzogna della "non violenza".
La creazione ad arte di uno stereotipo "non-violento"

Nel libro "La non violenza: una storia fuori dal mito", Domenico Losurdo dedica un capitolo intero al rapporto tra il Dalai Lama e la dottrina della non violenza.
Partendo da una citazione del Dalai Lama "Per tradizione i tibetani sono un popolo pacifico e non-violento. Da quando in Tibet fu introdotto il buddismo oltre un migliaio di anni fa, i tibetani praticano la non-violenza verso tutte le forme di vita15" smonta ogni singolo aspetto della quotidianità della società lamaista prerivoluzionaria. Dal posseso ostentato di armi da fuoco dei khampa16, alle continue mutilazioni e punizioni corporali inflitti alle classi più deboli17, alla segregazione - di fatto - razziale tra ricchi e poveri18il mondo lamaista era completamente pervaso dalla violenza. Una violenza che non escludeva brutali guerre civili interne, una violenza che non risparmiava punizioni severissime per i monaci ribelli, una violenza che colpiva – a discrezione dei reggenti – anche i giovani Dalai Lama, uccisi a seconda della convenienza politica19.
Il punto di vista ambiguo sulla guerra da parte del capo del cosiddetto "governo in esilio" lo ha portato anche a giustificare il suo appoggio ad alcuni tra i più brutali interventi militari del ventesimo secolo quali il bombardamento della Yugoslavia20, la Guerra di Corea21 e a ritenere positivo il possesso del deterrente atomico da parte dell'India in funzione anticinese22.
Davanti all'evidenza degli omicidi compiuti dai commando paramilitari inviati in Tibet negli anni '50, la propaganda americana cercò di mostrare una visione edulcorata, secondo la quale il Dalai Lama o non era a conoscenza di tali violenze23 o che considerava come una reazione spontanea della popolazione alla cosidetta "occupazione comunista cinese". Tale pratica è stata ripresa anche nel dare copertura e giustificazione mediatica al fenomeno delle autoimmolazioni di giovani monaci, secondo quanto riportato da alcune recenti interviste24.
Le autoimmolazioni
La stampa occidentale riporta periodicamente notizie di giovani monaci tibetani che hanno deciso di autoimmolarsi, spesso accompagnate da accurati servizi fotografici che ricostruiscono la vita e le volontà di questi ragazzi. Latita nel modo più completo, l'informazione riguardante le cause e il retroterra culturale su cui nascono questo genere di azioni. Per approfondire meglio questo argomento una risposta può essere trovata andando a verificare i racconti di chi, per varie vicissitudini, è sopravvissuto o ha partecipato ad esperienze simili. In seguito a una fuga di notizie, nel 2001 fu scongiurato un tentativo di autoimmolazione a Lhasa25. Gyatso, un giovane monaco tibetano fu fermato insieme a un complice, incaricato di filmare la scena della sua autoimmolazione. La sua testimonianza è stata ripresa in questo periodo da parte dei media cinesi, per una sensibilizzazione dell'opinione pubblica, in seguito al moltiplicarsi di casi simili. Poco più che adolescente, con l'intento di sviluppare le sue conoscenze religiose, il giovane fuggì clandestinamente in India a Dharamsala, sede del cosiddetto "governo tibetano in esilio". Lì fu sottoposto ad un lavaggio del cervello da parte di esponenti di gruppi separatisti e giornalisti occidentali. Fu pagato per partecipare a scioperi della fame in sostegno della causa indipendentista e in seguito, durante un incontro con varie personalità del "movimento in esilio" gli fu chiesto se fosse stato in grado di portare a termine la causa "suprema", la pratica dell'autoimmolazione. Una pratica che avrebbe trasformato uno sconosciuto ragazzo di provincia in un "eroe immortale"26; dovrebbe far riflettere che meccanismi simili di plagio e sfruttamento psicologico vengono perpetrati da noi quotidianamente, sebbene con fini diversi, nelle dinamiche legate alle varie forme di marketing piramidale. Secondo un'indagine della polizia cinese risulta che, esclusi alcuni limitati casi di nazionalismo estremista, la maggior parte delle persone che si autoimmolano provengono da situazioni con forti disagi (lutti, separazioni, bassa scolarizzazione)27. L'autoimmolazione è consigliata alle vittime, come un modo per ottenere una sorta di redenzione dai peccati commessi o un aiuto economico per la famiglia di orgine, tramite denaro proveniente dall'estero28. L'arresto di Lorang Konchok, un alto prelato tibetano accusato di omicidio per aver convinto otto persone a darsi fuoco, è stato utile per capire meglio la dinamica che c'è dietro a questi gesti spacciati per spontanei. Le vittime sono spesso affiancate da una rete di "complici", incaricati di filmare e fotografare le scene delle autoimmolazioni e di spedirle quanto prima possibile a canali esteri, legati alla stampa estera a sostegno del Dalai Lama. Un particolare davvero macrabro e che dovrebbe far riflettere su quanto sia disumano questo meccanismo, è la celerità con cui queste notizie vengono poi effettivamente pubblicate sui nostri canali29. Durante un interrogatorio, alla domanda se avesse mai pensato ad autoimmolarsi lui stesso, Lorang Konchok rispose "Non oso. Ho paura della morte, ho paura del dolore30".

Conclusioni
L'intera vicenda, se debitamente approfondita, mostra in modo abbastanza chiaro che la visione di una Cina che nasconde i dissensi interni è completamente falsa. Contrariamente a quanto sostenuto dalla stampa occidentale, i media della Repubblica Popolare, hanno affrontato l'argomento e sensibilizzato il più possibile l'opinione pubblica sultema delle autoimmolazioni, alimentando anche un dibattito in ambito religioso su questo argomento31. Oltre al necessario sforzo di intelligence e alle azioni di pubblica sicurezza, le autorità cinesi hanno fatto il possibile per salvare dalle autoimmolazioni i giovani, intervenendo quando possibile per salvarne le vite, tramite lo sforzo di medici provenienti da tutto il paese32. Il Dalai Lama, da un lato nega il suo diretto coinvolgimento, dall'altro promuove questa pratica dicendo che pregherà per queste "forme supreme di manifestazioni non violente". In un'intervista al quotidiano indiano Hindu, ha dichiarato una sorta di neutralità: "Se dico qualcosa di positivo i cinesi mi incolperanno subito. Se dico qualcosa di negativo, allora i componenti delle famiglie di quelle persone saranno tristi. Hanno sacrificato la loro vita. Non è facile. Quindi non voglio dare l'impressione che sia sbagliato33". Quello che è certo, a differenza del resto dei buddisti34 è che da parte sua non è mai arrivata nessuna condanna. In una sua dichiarazione all'NBC le sue dichiarazioni esaltano e giustificano questo tipo di gesti: "Vivo in un paese libero[...] Ma loro stanno attraverso situazioni disperate, quindi prendono queste decisioni. Sono abbastanza certo chequelli che hanno sacrificato le loro vite con sincere motivazioni, [...] per il benessere delle persone, dal un punto di vista buddista o religioso, è positivo. Ma questi atti sono carichi di rabbia e odio, quindi è sbagliato. E' difficile giudicare35>>. Come spiegato da Losurdo, al ripresentarsi della violenza, il Dalai Lama adotta la strategia di non sapere o di non conoscere a fondo il modo in cui agiscono i propri intermediari. Continua a portare avanti, con altri mezzi e senza alcun rispetto per la vita, la guerra di secessione iniziata negli anni '50. Una guerra per il ripristino dei principi e dei privilegi feudali che hanno contraddistinto la sua amministrazione del Tibet. Una guerra che non si fa scrupoli a prendere vite per un semplice lancio di agenzia.
1 Cfr. TARQUINI ANDREA, Tibet, svelati i dossier sulla guerriglia – I soldi della CIA al Dalai Lama, La Repubblica, 9 giugno 2012 
2 Cfr. PARTI ANDREA, La questione tibetana, Essere Comunisti, 5 marzo 2009
Cfr. COLLOTTI PISCHEL ENRICA, Tibet, “Il Manifesto”, 9 gennaio 2000
4 Cfr.  PARTI ANDREA, La questione tibetana
5 Ibidem
Cfr. ARESHEV ANDREJ, Tibet: lanceranno gli USA una nuova guerra segreta sotto il “tetto del mondo”?
7 Cfr. LEARY WILLIAM, Secret Mission to Tibet, Air and Space, dicembre 1997-gennaio 1998
8 Cfr. PARENTI MICHAEL, Feudalesimo amichevole: il mito del Tibetgennaio 2007 
9 Si tenga conto che già a partire dal 1949 gli Stati Uniti cercassero di convincere il Dalai Lama ad andare in esilio.
10 Cfr. ARESHEV ANDREJ, Tibet: lanceranno gli USA una nuova guerra segreta sotto il “tetto del mondo”?,
11 Cfr. DESIMPELAERE JEAN-PAUL, I cinesi hanno liquidato i Tibetani?
12 Cfr. Ibidem
13 Cfr. KURTENBACH, Associate Press Report, San Francisco Chronicle, 12 febbraio 1998
14 Cfr. Ibidem
15 Cfr. LOSURDO DOMENICO, La non violenza – Una storia fuori dal mito, Editori Laterza, 2010, p. 187
16 Cfr. Ibidem, p. 188
17 Cfr. Ibidem, pp. 190-191
18 Cfr. Ibidem, pp. 192-193
19 Cfr. Ibidem, p. 189
20 Cfr. PARTI ANDREA, La questione tibetana
21 Cfr. LOSURDO DOMENICO, La non violenza- Una storia fuori dal mito, p.196
22 Cfr. Ibidem, p. 198
23 Cfr. Ibidem, p. 202
25 Cfr.  Articolo non firmato, Dalai Clique's Spies Caught, Plot Crushed, People Daily Online, 18 maggio 2001 
26 Cfr. HAO ZHANG, Storia di un potenziale autoimmolatore, CCTV ONLINE, gennaio 2013 
27 Cfr. QIANG HOU, Police reveal fraud behind self-immolations in NW ChinaXinhua, 7 febbraio 2013 
28 Per un maggiore approfondimento sull'argomento, consiglio la visione dei documentari in lingua inglese "Facts about the Self immolations in Tibetan Areas of Ngapa " e "Self immolations in Ganan and the Tibetan independence activists outside China"liberamente consultabili nel canale Youtube di CCTV Online 
29 Vedi nota precedente
30 XUEQUAN MU, Monk goads people to commit suicide, Xinhua, 28 gennaio 2013
31 Il buddismo rappresenta circa il 6% della popolazione mondiale. Di questo 6%, 1/60 è rappresentato dal buddismo tibetano che a sua volta è suddiviso in 4 scuole diverse; soltanto una di queste, quella dei "berretti gialli", fa riferimento al Dalai Lama.
32 Vedi nota 25
33 Cfr. KRISHNAN ANANTH, Dalai Lama speaks of dilemma on spreading self-immolationsThe Hindu
34 Cfr. Buddhist doctrine opposes self-immolation: top monks, People Daily Online, 15 dicembre 2012 
35 Cfr. CURRING ANN, NBC Interviews His Holiness the Dalai Lama on Self-Immolation Tragedy in Tibet

giovedì 18 luglio 2013

Lo sviluppo delle telecomunicazioni in Tibet

http://italian.cri.cn/721/2013/07/10/81s188491.htm



Cari amici, negli anni '90 del secolo scorso la diffusione dei telefoni fissi e dei cellulari in Tibet ha accelerato il ritmo di vita dei suoi abitanti, che adesso, come quelli delle città dell'entroterra cinese, godono della convenienza arrecata dalle tecnologie della banda larga, wireless e 3G.

L'11 giugno a Lhasa si è tenuta la cerimonia di avvio della rete di sperimentazione 4G della compagnia del Tibet di China Mobile, il che simboleggia l'arrivo in Tibet dell'epoca del 4G. Secondo l'illustrazione della parte organizzatrice, sono già stati completati una cinquantina di punti di sperimentazione, fra cui quelli del campo base dell'Everest e del Potala. Entro l'anno, nell'area centrale di Lhasa sarà realizzata la copertura continua della rete. Gesang Pingcuo, che ha partecipato alla sperimentazione, ci ha detto con entusiasmo:

"Rispetto al 3G, 4G è ancora più veloce, e con molte più applicazioni, il che è proprio quello di cui noi giovani abbiamo bisogno! "

Dall'accesso in rete con la banda larga, wireless e su cellulare, i giovani tibetani possono stare al passo con l'epoca dell'informazione e star dietro ai trend dell'era digitale. "C'è l'WIFI?": ecco una domanda che fanno spesso i giovani tibetani! La giovane Cidan Zhuoga, che lavora in banca, nel tempo libero ama andare in caffetteria con gli amici, perché offre il servizio WIFI gratuito.

"Quando stiamo insieme, ci piace parlare di cose apparse sui microblog e dei giochi elettronici più cool su cellulare. Ma il must è lo shopping online. Ci raccomandiamo l'un l'altro i prodotti, oppure facciamo vedere i nostri acquisti. Insomma, è comodissimo usare la rete. Ogni volta che ci incontriamo, lo comunichiamo su Weixin, è così comodo!|"

Secondo i dati ufficiali, nel 2004 tutti i distretti del Tibet sono stati dotati di cavi ottici e tutte le circoscrizioni del collegamento telefonico, nel 2007 tutte le circoscrizioni sono state dotate del servizio fax, e nel 2011 tutti i villaggi hanno avuto il telefono e tutte le circoscrizioni la banda larga. In questo modo in Tibet si è formata una rete di telecomunicazioni che copre tutte le città, i distretti, le circoscrizioni e le più importanti arterie di trasporto e zone turistiche. Il vice assessore alle telecomunicazioni della regione autonoma del Tibet, Nima Duoji, ha illustrato che ora in Tibet si contano 89 telefoni ogni 100 persone.

"Alla fine dell'anno scorso, gli utenti erano 2,76 milioni, fra cui 405.200 dei telefoni fissi, e 2 milioni e 354.900 dei cellulari. Gli utenti della rete erano un milione e 467.400, fra cui 170 mila su banda larga e il resto su cellulare."

Dei più di 3 milioni di abitanti del Tibet, più del 90% usa il telefono e più della metà la rete Internet. La rete permette a chi vive sull'altopiano tibetano di stare al passo con l'intero paese e con il resto del mondo.

Dieci anni fa, Gezhen si è laureata in un'università di Chongqing, nell'ovest della Cina, ed è tornata in Tibet a lavorare, mentre i compagni di corso, più di 50, hanno trovato lavoro nelle città costiere, a Beijing o nello Yunnan. Nel maggio scorso è ricorso il decimo anniversario della loro laurea. Per motivi di lavoro, Gezhen non ha potuto raggiungerli, allora il compagno che ha organizzato la riunione ha proposto un collegamento online, il che l'ha molto consolata…

"Molti di loro non li rivedevo da dieci anni! Allora ho ringraziato gli insegnanti e i compagni di corso per i meravigliosi 4 anni che abbiamo passato insieme, e li ho invitati a visitare il Tibet. L'incontro è stato un successo! Grazie alla rete, oggi si è vicini in ogni angolo del mondo!"

lunedì 13 maggio 2013

Servitù della gleba: il vecchio Tibet non era affatto lo Shangri-la


Servitù della gleba: il vecchio Tibet non era affatto lo Shangri-la2 aprile 2013, Luly Li (news.qq.com)http://eng.tibet.cn/2010ls/xw/201304/t20130402_1874765.html

Nel vecchio Tibet sotto la schiavitù feudale, i servi si salutavano l'un l'altro chiedendosi "chi è il tuo padrone?"
Qualunque sia reale essenza della servitù della gleba, non è assolutamente "un sistema nobile e altruista basato sul buddismo" come il Dalai Lama la definisce.

Un'ex schiava: il giovane signore mi ha cavalcato come un cavallo
Yungdrung, un'attrice del Centro Ricreativo per Anziani del comitato di quartiere GojeThang, fu una serva della gleba in un maniero della contea di Lhatse. Parlando della miserabile vita di quel tempo disse con rabbia:"una volta ammassato il bestiame, dovevo portare il mio signore in giro, venendo trattata come un cavallo".

I proprietari di schiavi: condurre una vita sontuosa in tenute spettacolari
Nel vecchio Tibet, i proprietari di schiavi erano principalmente composti da autorità locali, aristocratici, monaci di alto rango; erano meno del 5% della popolazione tibetana ma possedevano tutti i terreni agricoli, pascoli, foreste, montagne, fiumi e la maggior parte del bestiame.

Si dice che il Dalai Lama non fosse soltanto un leader religioso ma anche il più grande proprietario terriero prima del 1959. La sua famiglia possedeva, 27 tenute, 30 pascoli e più di 6000 servi. In aggiunta, i tre più grandi monasteri di Lhasa occupavano 321 maneggi, la terra per un totale di 147000
 Zangke (un tipo di moneta tibetana), 26 pascoli e 40000 schiavi.


L'origine e lo sviluppo della servitù feudaleDopo il collasso della dinastia Yarlung (un regime politico stabilito dai vecchi tibetani dal settimo al nono secolo dopo cristo), le forze aristocratiche e i monaci di alto rango presero impeto giorno dopo giorno. Considerati come la classe dominante, hanno goduto di alte priorità in vari aspetti: dalla politica, all'economia, alla cultura.

Con l'espansione sociale della religione, alcuni monaci si insinuarono nelle classi superiori e si allinearono ai signori locali, formando un nuovo strato sociale emergente, una dittatura composta da monaci e aristocratici.

Dinastia Yuan: la servitù della gleba teocratica entra formalmente in Tibet
Dopo che la dinastia Yuan unì l'intera nazione a metà del tredicesimo secolo, con il potere detenuto in gran parte dal clan di Sakya, il Tibet terminò la transizione da schiavitù a feudalesimo, rafforzando l'attaccamento personale dei servi della gleba ai propri padroni. Allo stesso tempo, la struttura frammentata del Tibet terminò con la creazione della società di servitù feudale sotto il diretto governo della dinastia Yuan.

La maggior parte della terra e della popolazione del vecchio Tibet fu messa in regime di feudalesimo. Secondo le statistiche ufficiali, i manieri dei tre signori feudali (governanti locali, aristocratici e monasteri) possedevano il 62% della terra, i monaci detenevano il 37%, gli aristocratici il 25%.

Il governo sotto la servitù della gleba
La servitù della gleba indebolì la necessità di un governo complicato e alleviò gli oneri del Gaxag, che doveva trovare i soldi per gli stipendi dei funzionari e sbarcare i lunario per gli enormi monasteri.

Pertanto, il Gaxag era al pieno della prosperità tra il 1913 e il 1951. Solo quattrocento o cinquecento monaci e funzionari nobili governavano con la massima autorità un milione di persone e un territorio grande come l'Europa Occidentale.

Come non si può negare che l'Europa oggi possa tornare all'oscuro medioevo e che l'America stessa non possa tornare a prima della Guerra Civile; allo stesso modo, il Tibet oggi non può retrocedere al vecchio sistema sociale teocratico basato sulla servitù della gleba.

La verità storica ci dimostra esplicitamente che il vecchio Tibet sotto la servitù della gleba non era assolutamente lo Shangri-la.

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti

venerdì 3 maggio 2013

Il turismo in Tibet ha avuto un avvio roseo nel 2013


Il turismo in Tibet ha avuto un avvio roseo nel 2013               
Yang Yi
http://news.xinhuanet.com/english/china/2013-04/17/c_132317107.htm
LHASA, 17 Aprile (Xinhua) -- L'arrivo dei turisti nella Regione Autonoma del Tibet ha registrato un aumento del 30,5%  nei primi tre mesi dell'anno, introducendo un promettente prospettiva per l'industria del turismo nell'area.

Un alto funzionario dell'ufficio regionale del turismo, ha dichiarato che da gennaio a marzo, il Tibet ha ricevuto 300,599 visitatori.

Wang Songping, vicepresidente dell'ufficio, ha dichiarato che anche i ricavi hanno avuto un aumento del 31,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, raggiungendo 300 milioni di yuan (48 milioni di dollari) nei primi tre mesi dell'anno.

Wang ha attribuito il crescente numero di visitatori all'aumento di varietà di attrazioni turistiche ed ai pacchetti di turismo invernale.

Le autorità hanno dichiarato che quest'anno, la regione attende l'arrivo di 12,6 milioni di turisti e di ricavare da questo settore 15,8 miliardi di yuan.

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti


lunedì 22 aprile 2013

Il Tibet avrà un telescopio di alto livello


Liang Jun, Yao Chun
Il Tibet avrà un telescopio di alto livello

(Xinhua) 18 aprile 2013
LHASA – Un telescopio potente e all'avanguardia avrà il suo periodo di prova alla fine di questo anno, nella Regione Autonoma del Tibet nel sudovest della Cina. Uno scienziato locale ha dichiarato alla Xinhua giovedì che questo apparecchio renderà possibile l'osservazione professionale “sul tetto del mondo”.

Il telescopio KOSMA, uno strumento di tre metri da sub-onde millimetriche, è parte dell'Osservatorio Astronomico di Yangbajain, un paese nei sobborghi del capoluogo di Lhasa. Lo strumento è attualmente in fase di test.

Wang Junjie, un ricercatore dell'Osservatorio Nazionale Astronomico Cinese dell'Accademia delle Scienze ha dichiarato che: “Si tratta del primo telescopio a sub-onde millimetriche che può eseguire una regolare osservazione astronomica e il primo apparecchio professionale in dotazione in Tibet”.

Secondo Wang, che è anche capo del progetto congiunto tra scienziati cinesi e tedeschi, è anche il più alto strumento a sub-onde millimetriche di tutto l'emisfero settentrionale.

L'iniziativa, lanciata nel 2009, è dedicata alla ricerca congiunta tra molti istituti cinesi e l'Università tedesca di Colonia. In quell'anno, ha visto lo smantellamento del telescopio KOSMA sulle Alpi svizzere e il trasferimento nel sito attuale, ad un'altitudine di 4300 metri, uno dei migliori posti del mondo per l'osservazione dei raggi cosmici.

Wang ha anche aggiunto che la superba trasparenza atmosferica ha reso questo come il sito ideale.

Secondo l'accordo, il telescopio sarà di proprietà della Cina, ma – dopo che la struttura sarà operativa - all'Università di Colonia sarà dato il 20% del tempo di osservazione.

Wang ha detto che il telescopio sarà usato per studiare argomenti come la formazione di stelle e le nuvole molecolari e ha inoltre aggiunto che: “Ci aspettiamo di fare progressi nel campo della ricerca”.

Gli scienziati sperano anche che il telescopio accelleri l'addestramento di personale cinese nell'astronomia e prepari un ulteriore sviluppo nel paese nella costruzione di un telescopio a sub-onde millimetriche su vasta scala.

L'astronomia a sub-onde millimetriche si riferisce all'osservazione nel campo dello spettro elettromagnetico con lunghezze d'onda comprese tra 0,3 e 1 millimetri.

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti

martedì 9 aprile 2013

Losang Jamcan, il nuovo Presidente del Tibet

http://chinatibet.people.com.cn/8163768.html
Il sogno del Tibet: un nuovo leaderEllen Liu (China Tibet Online), 12 marzo 2013

Losang Jamcan, il nuovo Presidente eletto per la Regione Autonoma del Tibet è nato nella contea di Chagyab nel luglio del 1957. E' stato il Sindaco di Lhasa, Vicepresidente della regione autonoma e ha coperto altre posizioni importanti nell'amministrazione del Tibet.

Ha dichiarato: "Quando ero un ragazzo, sognavo solo di uscire dalla profonda vallata del fiume Lancang, la riva cinese del Mekong e andai a scuola nelll'entroterra. Dopo la metà degli anni '80, fui rimandato a lavorare in Tibet. Così il mio sogno di farci ritorno si avverò".

In poco tempo, Losang Jamcan è andato ad ascoltare i sogni delle persone del luogo.

Migmarcang, 30 anni, è un funzionario che ogni giorno vuole fare del suo meglio per dare il suo contributo alla sua città natale. Losang Drolma, è il dottore del villaggio che sogna di diventare un buon medico. Wang Pencheng, un imprenditore, ha detto che, quest'anno, il desiderio della sua famiglia è ampliare gli affari e aprire un secondo negozio. Tsering Togbye vuole un lavoro migliore e prega per la pace nel mondo. Norbu Wangta è uno studente che desidera trovare un buon lavoro dopo essersi laureato all'università. Grandpa Aqung è un abitante di un villaggio che spera di fare un buon raccolto. Wenxin Lhamo, è una bambina di tre anni che vuole andare all'asilo. E il sogno di Losang Jamcan è quello di permettere che tutti i loro sogni siano realizzati grazie ai suoi sforzi.

Losang Jamcan ha anche indicato che le Riforme Democratiche portate avanti dagli anni '50 in Tibet, dove la schiavitù fu abolita e i servi liberati, hanno esercitato un significato epocale sulla società tibetana.

Riguardo a questo argomento ha dichiarato: "I cambiamenti in Tibet, nella mentalità del popolo tibetano non avrebbero potuto esserci senza le riforme e le politiche di apertura adottate".

Come nuovo Presidente eletto del governo regionale, Jamcan ha detto di voler attivare più ospedali nella provincia, soddisfando gli standard statali e guidando la formazione sistematica dei medici locali. Per lui è un modo per servire concretamente e in modo consistente le esigenze mensili del popolo.

Sonam Wangdu, vive in un piccolo cortile, con una famiglia di quattro persone. Suo nonno Tubdain, di 79 anni, ha assistito ai cambiamenti degli ultimi 60 anni. Ha detto che la vita confortevole che sta passando è un qualcosa che non si sarebbe mai potuto immaginare. Prima del 1951 viveva in estrema povertà e senza alcun tipo di libertà. Quando era giovane, funzionari, nobili e monaci anziani, che rappresentavano solo il 5% della popolazione, detenevano la maggior parte della terra, pascoli e bestiame, mentre servi come Tubdain rappresentavano il 95% della popolazione. La pacifica liberazione del Tibet e le Riforme Democratiche del 1951 e del 1959 portarono nuove speranze a Tubdain. La sua famiglia ricevette una casa e una terra, l'avvento di una vita felice.

Chongdu, madre di Sonam Wangdu, ha detto che le entrate annuali sono più di 2000 yuan e la raccolta annuale di grano è incrementata, la famiglia è felice di tutto questo. Prima del 1951 non avevamo abbastanza cibo da mangiare. E' anche felice che la vita migliora giorno dopo giorno. Il ventiseienne Sonam Wangdu ha aperto un negozio di vino nel villaggio. Con un guadagno annuale di 2500-3000 yuan, Sonam ha detto che la sua vita è migliorata molto se comparata a quella del vecchio Tibet.

Fin dalla Quarta Conferenza del Lavoro in Tibet, tenuta nel giugno del 2001, sono state adottate politiche più favorevoli, molte aziende sono nate nella regione grazie al rapido sviluppo dell'economia di mercato.

Adesso il sogno dell'intera famiglia è di spostarsi in una nuova casa il prima possibile. Aspettano la lista di attesa per le abitazioni costruite nel villaggio attraverso il Progetto Alloggio Confortevole. Le 823 famiglie di pastori e contadini si trasferiranno lì. I due fratelli stanno adesso discutendo su come decorare le loro nuove case.

Losang ha detto che, negli ultimi 5-6 anni, il governo della Regione Autonoma è determinato a costruire la nuova campagna socialista, che si concentra per garantire una casa dove vivere a tutti i Tibetani. Negli anni scorsi, è stato fatto un investimento di 4,6 miliardi di yuan per garantire nuove case a 408,300 famiglie di pastori e contadini, trasferendoli in case più sicure, luminose e confortevoli. Fra le tante politiche, il Progetto Alloggio Confortevole, è il più apprezzato dalle masse.

Comunque, in risposta ad alcune preoccupazioni che il progetto potrebbe distorcere il tradizionale stile di vita, Losang Jamcan ha detto che, secondo le condizioni locali, ai pastori che vivono a bassa quota sarà chiesto di trasferirsi nelle nuove comunità con migliori servizi sociali, come le cure mediche per anziani e bambini, mercati dell'agricoltura, fiere della zootecnia nei piccoli villaggi e nelle aree vicine alle autostrade.

Ad ogni modo non significa che la vita nomade non esisterà più. I pastoria andranno al pascolo che è più ampio a maggiore altitudine durante l'estate, mentre migreranno durante quello invernale alle comunità dei pastori. Il servizio che il governo provvede è una comodità per le persone locali, in particolar modo quelle anziane. Alcune persone si dedicano alla pastorizia mentre altre svolgono altri lavori fuori dal Tibet, incrementando le entrate del popolo.

Losang ha dichiarato che: "Complessivamente, la gente del posto apprezza il progetto".

Zhao Yangjun, organico di stanza nel villaggio e amministratore del Dipartimento Costruzione Alloggi del Tibet, ha guidato per due ore a Lhasa per cercare un centro di distribuzione di incenso tibetano per il villaggio di Tomeda. Nel dicembre 2012, è stato mandato a lavorare in questo piccolo centro, aiutando la popolazione locale a risolvere i problemi della vita quotidiana.

Nel villaggio di Tomeda viene realizzato l'incenso tibetano secondo il metodo più tradizionale. Il 50% degli abitanti lo produce, ma tutti individualmente. Dall'arrivo dei primi quadri stazionari nel villaggio nel 2011, è stata stabilita una rete di promozione per espandere i canali di vendita. E' stata fondata una Cooperativa per l'Incenso per 12 famiglie povere.

Penba, un membro della cooperativa ha detto che prima guadagnava 5000 yuan, ma adesso ne incassa più di 10,000.

Il sogno di Zhao Yangjun è che spera che il marchio della cooperativa sia approvato il prima possibile.

Il gruppo di stanza nei villaggi tibetani fu proposto da Chen Quanguo, Segretario Generale del Tibet nell'Ottobre del 2011, che chiedeva ai quadri di aderire ai "cinque punti centrali" di fondo.

Il primo, concentrato sul miglioramento, sulla cura della vita e del lavoro dei contadini. Il secondo, concentrato nell'aiuto all'arricchimento dei cittadini. Il terzo, focalizzato sulla costruzione delle infrastrutture all'interno delle loro capacità. Il quarto, concentrato sull'educazione patriottica, l'aderenza all'unità etnico-nazionale, mantenendo stabilità e armonia. Il quinto, focalizzato sulla formazione di quadri locali nel villaggio.

Ci sono quattro quadri in ogni villaggio amministrativo o, in media, un comitato di quartiere. Ad esempio, grazie al lavoro politico, l'entrata annuale del villaggio per la vendita di incenso è di 830 milioni di yuan. Complessivamente, dieci grandi progetti sono stati portati a termine con l'investimento annuale di 1,2 miliardi, portando benefici alla gente del posto. Nel frattempo i nostri quadri hanno appreso maggiormente le necessità della popolazione in base all'esperienza di lavoro. La chiave è come impostare un meccanismo di lungo termine.

Nel merito di un altro speciale progetto indirizzato agli orfani, Losang Jamcan ha detto di averne adottati due alcuni anni fa.

"Nel 1997, due bambini furono colpiti da un fulmine in un pascolo dell'altipiano della contea Quxu di Lhasa mentre stavo scalando la cima della montagna con altri due quadri. Ci accorgemmo che il padre e la madre di questi due bambini erano morti. Li salvai e li mandai in un buon orfanotrofio.
Negli ultimi anni è in corso un progetto per salvare gli orfani e prendersi cura degli anziani. Per quanto mi ricordo, la donazione annuale dello scorso anno raggiunse la quota di 50 milioni di yuan.
Il mio prossimo sogno è di rendere i frutti delle politiche di riforma ai gruppi venerabili, a chi ha necessita di più cure e attenzioni. Le Case di Riposo o di Cura.
Al momento, le Case sono state costruite nel 40% delle province e villaggi. Il nostro prossimo piano è di costruire case di riposo, centri di assistenza sociale e orfanotrofi nell'intero paese, dove anziani e bambini possono vivere con felicità. Questa è una grande idea del governo municipale di Lhasa che può essere realizzata se usiamo la nostra testa".

Comunque, ha anche riconosciuto che ci sono ancora sfide che aspettano di essere raggiunte affinchè lo sviluppo del Tibet faccia il suo balzo nel futuro.

A causa di ragioni storiche, del limite delle condizioni naturali l'economia di base del Tibet è comparativamente bassa e la sua capacità di sviluppo è debole. Ma più lavoro può essere svolto per la regione, che copre un ottavo del territorio nazionale, con 1,2 milioni di kilometri quadrati con ricche risorse. Senza una propria velocità di sviluppo, il balzo nel progresso può essere realizzato difficilmente. Losang ha sottolineato anche che il nostro obiettivo di sviluppo non può essere portato a termine a discapito della protezione ambientale.

Lo scorso anno il numero di turisti ha raggiunto 10 miliardi di persone per un fatturato annuo di 15 miliardi di yuan (circa 2,42 miliardi di dollari).
"La chiave dell'industria del turismo sta nel rendere la popolazione locale più benestante" ha aggiunto Losang Jamcan.

"Con una popolazione di tre milioni di abitanti, in Tibet abbiamo sia pressioni che sfide" ha detto "Ma siamo determinati a svilupparci insieme all'intero paese".

Ha detto che dobbiamo aprire la nostra mente, ascoltare i consigli degli esperti per proteggere il nostro cielo blu e pulire i fiumi.

L'ideale di Losang Jamcan è di permettere agli anziani di godere i loro tempo libero dopo il ritiro, a quelli di mezza età di godere di buoni condizioni lavorative, ai laureati delle aree urbane e ai diplomati delle aree rurali di trovare lavoro. Il prossio passo è di garantire ai nostri figli la stessa qualità di educazione condivisa nell'entroterra.

"Attualmente il mio sogno è semplice" ha detto "Mi piace vedere la gente godere di una vita migliore e il Tibet diventare più bello".

Molta gente di etnia Han ha esteso i migliori auguri ai tibetani dopo esser tornati al ritorno da viaggi nella regione.

"Siamo fieri della nostra patria e siamo fieri del Tibet" ha scritto un utente sul suo blog.
"Ci auguriamo abbia successo".

"Più sogni, meglio ottieni" ha scritto un altro "Desidero un Tibet lieto e benigno".

Traduzione dall'inglese di Andrea Parti