Zhang Jianfeng – China Tibet Online
Sette menzogne sulle principali dichiarazioni del Dalai Lama sul "10
marzo"
Ogni 10 marzo, il 14esimo Dalai Lama evoca la sua forza ed apre la sua bocca per ripetere quello che sostiene da decadi. Anche se si scervella ogni anno, non c'è niente di nuovo nei suoi discorsi. Ci sono anzi molte contraddizioni. China Tibet Online farà un inventario delle sue dichiarazioni e condividerà alcuni punti dubbiosi.Menzogna numero uno 1: "Costruire una nuova nazione tibetana" e "Non sto cercando l'indipendenza"
Ogni 10 marzo, il 14esimo Dalai Lama evoca la sua forza ed apre la sua bocca per ripetere quello che sostiene da decadi. Anche se si scervella ogni anno, non c'è niente di nuovo nei suoi discorsi. Ci sono anzi molte contraddizioni. China Tibet Online farà un inventario delle sue dichiarazioni e condividerà alcuni punti dubbiosi.Menzogna numero uno 1: "Costruire una nuova nazione tibetana" e "Non sto cercando l'indipendenza"
10
Marzo 1961: "Il popolo tibetano ha riaffermato la sua
indipendenza... Mi appello ai promotori e all'assemblea per ottenere
dai cinesi di terminare la loro aggressione e aiutarci a ripristinare
l'indipendenza del Tibet".
10
Marzo 1963:"Perciò faccio appello al completo ritiro dei cinesi
dal Tibet".
10
Marzo 1971:"Dico in confidenza che verrà un tempo in cui il mio
popolo spezzerà il giogo dell'oppressione comunista cinese e si
rialzerà per costruire una nuova nazione tibetana".
10
Marzo 1994: "Ognuno di noi deve stare in allerta e rinnovare il
nostro impegno alla giusta causa del nostro paese".
10
Marzo 1998: "Con riguardo alla soluzione reciprocamente
accettabile alla questione del Tibet, la mia posizione è lineare.
Non sto cercando l'indipendenza".
10
Marzo 2003: "Fin dall'inizio degli anni settanta in
consultazione con le autorità tibetane ho preso la decisione di
cercare una soluzione ai problemi tibetani attraverso il Middle
Way Approach".
10
Marzo 2005: "Voglio ancora una volta rassicurare le autorità
cinesi che finchè sarò responsabile delle relazioni del Tibet,
rimarremo completamente legati al Middle
Way Approach e di non
cercare l'indipendenza per il Tibet".
10
Marzo 2006: "Essendo questo il caso, ho dichiarato molte volte
che non sto cercando la separazione del Tibet dalla Cina, ma quello
che sto chiedendo è il suo futuro nel quadro della Costituzione
Cinese".
10
Marzo 2009: "L'insistenza cinese, secondo cui dovremmo accettare
il Tibet come parte della Cina fin dai tempi antichi, non solo è
imprecisa ma anche irragionevole".
L'argomento
è il profitto del quattordicesimo Dalai Lama. Peccato che abbia
fatto affermazioni contraddittorie. Quando la situazione era a suo
vantaggio, ha chiesto "l'indipendenza"; quando era a suo
discapito, l'ha negata. Chi può credere alle sue dichiarazioni?
Menzogna
numero 2: Il Tibet era una "nazione indipendente"?
10 Marzo 1964: "Prima dell'invasione dei cinesi, i
tibetani sono rimasti liberi e indipendenti per decenni".
10 Marzo 1968: "I bambini tibetani, per cui guardo
alla futura fondazione di un Tibet libero e indipendente... Molti
paesi hanno supportato la nostra causa alle Nazioni Unite e hanno
condannato l'aggressione cinese in Tibet".
10 Marzo 1969: "Sullo stato dell'indipendenza del
Tibet e la violazione armata della sovranità da parte dei comunisti
cinesi".
10 Marzo 1984: "Il Tibet era un paese indipendente
con una storia documentata da più di mille anni".
10 Marzo 1981: "(Il Tibet) era una nazione dalla
cultura ricca e con una storia di più di duemila anni".
Il termine "indipendenza" torna di routine nei
discorsi annuali sul "10 Marzo" del Dalai Lama. Adatta se
stesso al cambiamento di circostanze senza riguardo di alcun
principio. Pertanto non è necessario discutere l'inganno che ha
messo in atto la prima volta.
Menzogna
numero 3: Pace e violenza, i due volti del Dalai Lama
10
Marzo 1963: "L'unica soluzione del problema del Tibet è
l'insediamento pacifico coerente con le libertà e i diritti
fondamentali dei tibetani".
10
Marzo 1964: "Ma le barbare atrocità, compreso l'intento di
sterminare la razza e le credenze religiose dei tibetani, perseverano
ancora e la lotta della gente continua".
10
Marzo 1968: "Per quei fortunati che sono riusciti a scappare dai
comunisti cinese rimane di assumere il nobile compito per cui molti
nostri compatrioti hanno dato la loro vita in questo giorno
memorabile".
10
Marzo 1969: "Un numero sempre presente di giovani educati e
indottrinati in Cina denunciano pubblicamente la presenza stessa di
governanti stranieri e partecipano ad atti di sabotaggio e altre
attività anti-cinesi".
10
Marzo 1970: "Soltanto nel 1969, abbiamo appreso di agguati, di
raid fatti dai tibetani alle basi militari cinesi e ai depositi di
munizioni nelle aree di Chamdo, Poh, Lhoka, Tolung, Nyemo e Shang. Ci
sono anche stati casi in cui molti ufficiali cinesi sono stati uccisi
o presi prigionieri dai tibetani durante incontri tenuti dai cinesi".
10
Marzo 1971: "Mille rivolte possono iniziare e mille volte i
cinesi possono schiacciarle, ma non potranno mai distruggere lo
spirito di libertà che risiede in ognuno di noi".
10
Marzo 1976: "Con un coraggio che non conosce frontiere o
sconfitte e il sacrificio dello stesso soffio vitale, il nostro
popolo sta continuando a creare una situazione di tensioni e crisi
disperate per i cinesi".
10
Marzo 1981: "Quello che è più importante è che in futuro ci
sia una vera pace e felicità attraverso lo sviluppo di un'amichevole
e una significativa relazione tra Cina e Tibet".
10
Marzo 1985: "Adesso, sento come cosa più importante per noi di
tenerci in stretto contatto per esprimere francamente i nostri punti
di vista e fare sforzi sinceri per capirci l'un l'altro".
10
Marzo 1989: "Sono profondamente addolarato di apprendere che ci
sono stati ulteriori spargimenti di sangue a Lhasa pochi giorni dopo
aver fatto questa dichiarazione. La nostra è una lotta non violenta
e deve rimanere così".
10
Marzo 1990: "Per portare una pacifica e ragionevole soluzione
alla causa del Tibet, ho proposto I
cinque punti di pace e
la proposta di Strasburgo".
10
Marzo 1998: "Mentre capisco la loro situazione difficile, io
desidero fermamente ribadire ancora una volta l'importanza di
rispettare la rotta non violenta della nostra lotta per la libertà.
Il sentiero della non violenza deve rimanere una questione di
principio nella nostra lunga e difficile ricerca della libertà".
10
Marzo 2004: "Così nel 1954, così oggi, sono determinato a non
lasciare nulla di intentato nela ricerca di una benevola soluzione
reciproca che risolva le preoccupazioni cinesi e che dia al popolo
tibetano una vita di libertà, pace e dignità".
10
Marzo 2009: "Comunque, il fatto che fossero guidati da una ferma
convinzione di servire la causa del Tibet che continua di generazione
in generazione è veramente un motivo di orgoglio".
Come
la politica imperialista del "bastone e della carota", per
decenni, il Dalai Lama è stato la bandiera della violenza e della
pace. Sfortunatamente per lui, le recite sono sempre più prive di
idee; col passare del tempo la gente comune ha cominciato a stancarsi
dei suoi inganni.
Menzogna
numero 4: Il cosidetto "Problema del Tibet"
sollevato dal Dalai Lama
10
Marzo 1985: "La questione tibetana è complicata e affonda
profondamente le sue radici nella storia. Per questo, non ci possono
essere soluzioni semplici o immediate ai nostri problemi. Nonostante
tutti, fattori come la verità e la determinazione umana sono
importanti".
10
Marzo 1993: "Il popolo tibetano continua a resistere alla
soggiogazione e alla colonizzazione con coraggio e determinazione..
Chiedo a ogni tibetano di rinnovare la nostra dedizione fino a che
non ci siano ridati i nostri diritti e la libertà. Queste sono
indicazioni chiare che dimostrano il problema del Tibet è passato
dai margini politici ad avere una maggiore attenzione a livello
internazionale".
10
Marzo 1998: "Oltretutto, la crescente empatia, il supporto e la
solidarietà... per il mio Middle
Way Approach sono di
particolare ispirazione e una fonte di grande incoraggiamento per noi
tibetani".
10
Marzo 1999: "La causa radicale del problema tibetano non è
differenza ideologica, il sistema sociale o le questioni risultanti
dallo scontro tra tradizione e modernità. Non è soltanto una
questione di violazione di diritti umani. La radice del problema
tibetano giace nella lunga, separata storia del Tibet, nella sua
antica, distinta cultura e nella sua unica identità".
Nelle
dichiarazioni del Dalai Lama, il cosidetto "Problema del Tibet"
è flessibile e intercambiabile a seconda della situazione, ma le sue
intenzioni sono così ovvie che nessuno sarà ingannato.
Menzogna numero
5: L'intervento occidentale e l'apprezzamento del Dalai Lama
10 Marzo 1966: "A nome di chi ha dato la sua vita
per la libertà, a nome di quelli che continuano eroicamente a
resistere ai cinesi in Tibet e anome di chi è in esilio voglio
ringraziare i governi di El Salvador, Irlanda, Malesia, Malta,
Nicaragua, Filippine e Thailandia per aver appoggiato la risoluzione
che chiede l'immediata cessazione dell'oppressione e il ripristino
delle libertà fondamentali in Tibet all'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite. Voglio anche ringraziare i governi che hanno
appoggiato la risoluzione".
10 Marzo 1970: "Voglio anche ringraziare tutte
quelle nazioni che hanno avuto cura di dare un fermo e forte supporto
nella causa dell'indipendenza del Tibet".
10 Marzo 1971: "In conclusione, prendo questa
opportunità per ringraziare ancora tutte le nazioni e gli individui
che stanno continuando a darci supporto morale e materiale nell'ora
del bisogno".
10 Marzo 1979: "Ma i cinesi hanno dichiarato che fu
fomentata e condotta da oppositori esterni quali la tigre di carta
imperialista americana, gli espansionisti indiani e alcuni dei nemici
interni reazionari".
10 Marzo 1985: "Nel nostro solo caso solo questo è
evidente dagli interessi, simpatia e assistenza che abbiamo ricevuto
dal governo e dal popolo dell'India, da varie organizzazioni
internazionali di volontariato, gruppi religiosi e un ampio numero di
individui. Voglio, pertanto, prendere l'opportunità di esprimere
ancora una volta la nostra profonda ammirazione e dire che il loro
aiuto e la loro gentilezza saranno sempre ricordati con gratitudine".
10 Marzo 2004: "Voglio prendere l'occasione di
esprimere la mia ammirazione e gratitudine per il consistente
supporto che abbiamo ricevuto nel mondo".
10 Marzo 2008: "Voglio prendere l'occasione per
ringraziare il governo, il popolo dell'India, in particolare per il
loro continuo e impareggiabile supporto ai rifugiati tibetani e alla
causa del Tibet, così come esprimo la mia gratitudine a tutti quei
governi e persone per la continua attenzione alla causa tibetana. Con
le mie preghiere per il benessere di tutti gli esseri senzienti".
10 Marzo 2009: "Voglio prendere l'occasione di
esprimere la mia sincera gratitudine ai leader, al popolo dell'India,
come a quelli dei suoi stati centrali, che, a sprezzo dei problemi e
degli ostacoli a cui si trovano davanti, hanno dato un inestimabile
aiuto e assistenza per oltre 50 anni ai tibetani in esilio. La loro
gentilezza e generosità è immisurabile".
Uno dei temi permanenti dei discorsi annuali del Dalai
Lama è appellarsi al supporto internazionale e fare del "Problema
del Tibet" una questione internazionale. Le sue vere e orribili
intenzioni sono chiaramente evidenti.
Menzogna numero
6: Rappresentazione della "ribellione del 10 Marzo"
10 Marzo 1963: "... in questa giornata memorabile
per evidenziare la spontanea ribellione del pacifico e devoto popolo
del Tibet contro gli spietati e insensati conquistatori".
10 Marzo 1965: "Ancora una volta, ricordiamo
solennemente il giorno in cui il disarmato e innocente popolo
tibetano si rivoltò spontaneamente contro i conquistatori cinesi".
10 Marzo 1970: "fu in quel giorno in cui il popolo
coraggioso del Tibet si rivoltò... chiedendo il ripristino
dell'indipendenza del Tibet".
10 Marzo 1976: "Sono passati settanta anni da
quando i tibetani iniziarono la loro giusta lotta per il loro innato
diritto di indipendenza nazionale del Tibet".
10 Marzo 1985: "Il 10 marzo quest'anno segna il
26esimo anniversario della nostra rivolta nazionale".
10 Marzo 1993: "Oggi commemoriamo il 34esimo
anniversario della rivolta nazionale dei tibetani del 1959".
10 Marzo 1996: "Commemoriamo oggi il
trentasettesimo anniversario della rivolta del popolo tibetano".
10 Marzo 2000: "....il giorno del 41esimo
anniversario della rivolta nazionale del Tibet del 1959".
10 Marzo 2003: "...nell'occasione del 44esimo
anniversario della rivolta del popolo tibetano del 1959".
10 Marzo 2005: "In occasione del 46esimo
anniversario della rivolta del popolo tibetano..."
10 Marzo 2011: "Oggi ricorre il 51esimo
anniversario della pacifica rivolta del popolo tibetano nel 1959
contro l'oppressione della Cina Comunista, così come il terzo
anniversario della pacifica protesta scoppiata in Tibet nel marzo del
2008".
Ogni anno, il Dalai Lama ricorda in modo diverso la
rivolta armata del 1959. Comunque non ha mai smesso di utilizzare i
termini "ribellione per l'indipendenza", "resistenza
contro gli invasori" e "rivolta". Questo dimostra la
sua bigotteria nel combattere contro il nuovo Tibet e i milioni di
schiavi che sono stati emancipati.
Menzogna numero
7: La parola "storia" è stata usata 95 volte nei discorsi
del Dalai Lama, ma che storia ha in mente?
10 Marzo 1973: "Cercando in ogni periodo della
storia tibetana, sappiamo che il Tibet è esistito come nazione
indipendente".
10 Marzo 1984: "Il Tibet era un paese indipendente
con una storia documentata da più di mille anni".
10 Marzo 1995: "La vera natura delle storiche
relazioni tra Tibet e Cina è il miglior lascito che gli storici
tibetani e cinesi possono studiare oggettivamente".
Sebbene la parola "storia" sia usata dal Dalai
Lama a discrezione della sua volontà, non può essere cambiata in
modo casuale.
In conclusione, ci sono molte differenze e cambiamenti
nei discorsi del "10 Marzo" del Dalai Lama ogni anno, ma
l'intenzione di portare avanti "l'indipendenza del Tibet" e
di dividere il Tibet dalla Cina non è mai cambiata.
Traduzione dall'inglese a cura di Andrea Parti
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